Estrazione dei cannabinoidi con solvente o con CO2 supercritica
Estrazione con solvente tramite Reattori in Vetro AG ed estrazione tramite fluido supercritico con Reattori in acciaio Parr
I cannabinoidi, una frazione di composti a peso molecolare superiore rispetto ai terpeni, sono di notevole interesse in molti settori industriali per le potenzialità dimostrate in diversi studi. Dall’estrazione dei terpeni con l’utilizzo delle microonde (per maggiori informazioni in merito puoi cliccare qui) viene prodotto un materiale vegetale sul quale è possibile proseguire il processo di estrazione. Il prodotto ottenuto, infatti, può essere sottoposto ad una successiva reazione di estrazione sia con solvente che con CO2 supercritica.
Estrazione con solvente
Nell’estrazione con solventi è spesso utilizzato etanolo, tuttavia il limite di questa tecnica è la poca selettività, tendendo ad estrarre anche prodotti quali cere, clorofilla e altre sostanze vegetali che richiedono, di conseguenza, una fase di purificazione molto più lunga e complessa. Per ridurre questo effetto si ricorre al rallentamento della cinetica operando in reattori incamiciati della serie AG! (Asahi GlassPLANT) a valori di temperatura generalmente inferiore ai -40 °C , valori ottenuti grazie all’efficacia dei sistemi di criostatazione LAUDA. I reattori AG! sono disponibili in volumetrie che vanno dalla scala laboratorio (poche centinaia di millilitri) fino ai 100/200 litri.
I reattori prodotti dall’azienda giapponese ASAHI Glassplant sono costruiti in modo da rispettare i rapporti dimensionali degli impianti industriali e sono progettati e realizzati con una speciale lavorazione di assottigliamento delle pareti che mantiene invariata la resistenza meccanica, ma che esalta il trasferimento termico. Questo permette di ridurre i tempi di reazioni, aspetto di grande importanza con i composti della canapa. I reattori AG! inoltre sono dotati di tecnologia Ring Buffle, anelli di vetro posti nella camicia di circolazione che permettono di aumentare la superficie di scambio termico tra fluido e soluzione reagente, garantendo la massima omogeneità della termostatazione.
La soluzione estratta potrà poi essere concentrata mediante degli evaporatori rotanti, operazione da condurre fino all’ottenimento di una massa resinosa fluida.
Estrazione in CO2 supercritica
Nel caso di impiego di una tecnica di estrazione in fluido supercritico (CO2) sarà fondamentale allontanare l’acqua presente nella massa vegetale (tramite stufa da laboratorio) in quanto solubilizzerebbe l’anidride carbonica per la formazione di acido carbonico (H2CO3), riducendo di conseguenza le performance estrattive. Il processo di essiccazione del vegetale potrà essere condotto all’interno di una stufa ventilata Binder; il materiale potrà essere poi introdotto in un reattore in acciaio (Parr Instruments) per essere sottoposto alla pressione del fluido estraente.
I reattori PARR possono rispondere in modo completo ed affidabile a tutte le esigenze che emergono in queste tipologie di reazioni. Sono disponibili diverse dimensioni e volumi, molti materiali costruttivi, ed è possibile variare la temperatura e la pressione di esercizio.
L’estratto, privo di tracce di solvente, avrà l’aspetto di una resina anch’essa da purificare.