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Azoto Totale

II nome azoto venne dato all’elemento che compone in gran parte la nostra atmosfera dal chimico francese Antonio Lavoisier. Egli fu II primo a scoprire le più importanti proprietà di questo elemento; poiché il chimico vide che questo elemento non bruciava, non manteneva la combustione, né permetteva la respirazione, lo chiamò “azote”, che significa appunto “senza vita”. Deriva dal greco, in cui al termine “zotos” (che viene da zoe, vivere) si associa la alfa privativa, da cui “a-zoto”, ovvero “azoto”. Sembra un paradosso: un elemento che è molto importante in natura ed è presente in tantissimi composti organici che assolvono a funzioni metaboliche fondamentali, come proteine, RNA e DNA, porta un nome che si riferisce alla morte. Ai tempi non si conosceva l’importanza di questo elemento nei metaboliti. Si sapeva, però, che un’atmosfera priva di ossigeno provocava la morte, da cui il termine “azote” che in italiano è diventato “azoto”.

Presente in forma libera nell’atmosfera, dove costituisce circa quattro quinti del volume totale, la molecola di azoto è caratterizzata da un triplo legame tra due atomi di azoto, conferendole stabilità e inerzia chimica. È un gas inodore e incolore e la sua massiccia presenza nell’atmosfera serve a mitigare I’azione comburente dell’ossigeno, facendo in modo che la combustione, per esempio di un pezzo di legno, sia lenta e non veloce e esplosiva.

La varietà di possibili composti azotati ha reso necessaria la definizione di un parametro somma che rappresenti l’azoto totale. A questo scopo Rinne e Seckert-Knopp nel 1997 hanno definito e standardizzato il cosiddetto TNb (azoto totale legato).

Il TNb rappresenta il contenuto totale di azoto di un campione sotto forma di ammonio, nitrito, nitrato e anche composti organici, distinti a loro volta in TKN (azoto Kjeldahl), utilizzato per la determinazione quantitativa dell’azoto organico insieme all’ammoniaca (NH3) e all’ammonio (NH4+),e TIN (azoto totale inorganico), che comprende nitriti, nitrati e ammonio.

Per determinare l’azoto in campioni di diversa natura, esistono diversi approcci analitici. Ad esempio, il metodo Kjeldahl prevede una fase di digestione seguita da distillazione e titolazione per determinare l’azoto organico e ammoniacale. Altri metodi, come la spettrofotometria e la cromatografia ionica, sono utilizzati per l’analisi dell’azoto inorganico, mentre la combustione totale del campione seguita da una determinazione tramite detector specifico è impiegata per la determinazione dell’azoto totale.

FKV offre una gamma completa di strumentazione per soddisfare la quasi totalità di queste esigenze analitiche, tra cui i sistemi per la determinazione dell’Azoto Kjeldahl di OPSIS LiquidLINE , gli spettrofotometri UV-Vis e gli analizzatori di TNb di Analytik Jena.