Biodegradabilità e conformità degli imballaggi alla norma UNI EN 13432
Negli ultimi anni è diventata sempre più importante è la corretta qualificazione e caratterizzazione di un rifiuto. In particolare, per i rifiuti organici sono state introdotte regole molto precise riguardo la possibilità di includere gli imballaggi in questi ultimi. Rispetto al Decreto Ambiente 152/2006 nel 2020, è stato introdotto il nuovo Decreto Legislativo 116/2020, nel quale si stabilisce che i rifiuti di imballaggio con proprietà di biodegradabilità analoghe ai rifiuti organici possono essere smaltiti insieme solo se siano conformi alla norma europea EN 13432 per gli imballaggi recuperabili mediante compostaggio o biodegradazione, o allo standard europeo EN 14995 per gli altri manufatti diversi dagli imballaggi. Il decreto indica anche specifiche richieste per l’etichettatura di questi prodotti.
Per essere smaltiti nell’umido domestico, gli imballaggi biodegradabili e compostabili devono quindi essere certificati e conformi alla UNI EN 13432 (Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione).
Il processo di certificazione presso l’organismo di accreditamento è un percorso che permette al produttore di ottenere un marchio di conformità, che viene apposto direttamente sulle confezioni. Gli enti che rilasciano la certificazione di conformità alla norma controllano i seguenti parametri:
- Biodegradabilità almeno del 90% in 6 mesi;
- A contatto con materiali organici per tre mesi, la massa del materiale deve essere costituita almeno per il 90% da frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm;
- Il materiale non deve avere effetti negativi sul processo di compostaggio;
- Bassa concentrazione di metalli pesanti additivati al materiale;
- I valori di PH, il contenuto salino, le concentrazioni di solidi volatili, le contrazioni di azoto, fosforo, magnesio e potassio devono essere al di sotto dei limiti stabiliti.
Analisi di imballaggi secondo EN 13432
Tra i vari parametri la norma prevede la determinazione di metalli pesanti i metalli come Zinco, Rame, Nichel, Cadmio, Piombo, Mercurio, Cromo, Molibdeno, Selenio, Arsenico etc. Per ogni metallo è indicata la concentrazione massima ammessa, che varia per ogni elemento dai 0.5 mg/kg su sostanza secca fino ad un massimo di 150mg/kg.
Le concentrazioni sono molto variabili tra i vari metalli e la matrice ha un elevato tenore di sostanza organica, è quindi importante scegliere una tecnica analitica con sensibilità adeguata alle concertazioni e che fornisca risultati affidabili. La fase preparativa può essere effettuata con una tecnica consolidata come la digestione a microonde. Un esempio di tale procedura lo potete trovare a questo link.
Dall’imballaggio in bioplastica o carta si ottiene così una soluzione stabile che contiene i metalli pesanti da analizzare, da analizzare mediante ICP-OES oppure ICP-MS.
Se si opta per l’analisi in ICP-OES, lo strumento PlasmaQuant 9100 ha le performance ideali per queste soluzioni. L’analisi dello spettro di emissione avviene infatti con la tecnologia HR-ARRAY, che permette di ottenere una elevata sensibilità anche per metalli particolarmente difficili da analizzare in ICP ottico come il selenio e cadmio, che hanno inoltre limiti molto bassi.
Di seguito sono riportate due esempi di calibrazione per questi due elementi:
Il mercurio può essere determinato direttamente, oppure la sensibilità può essere aumentata con il sistema HS Pro PQ.
Questo accessorio compatto sfrutta la tecnica dei vapori freddi per aumentare di diversi ordini di grandezza la sensibilità per il mercurio.
HS Pro PQ può essere inoltre utilizzato con la tecnica degli idruri per analizzare anche arsenico, selenio, antimonio, tellurio, bismuto.