Il termine cloud è parte della nostra quotidianità per varie motivazioni e in vari contesti, ma avete mai pensato ad un “cloud” gel? Sicuramente un termine nuovo per la maggior parte delle persone anche in ambito scientifico, dove l’aerogel è ancora un tipo di prodotto poco  diffuso.

Infatti pochi sanno che l’aerogel è un ottimo isolante, uno di più efficienti al mondo ed è sempre più largamente diffuso grazie alle sue proprietà uniche.

Cos’è è esattamente un aerogel? Possiamo definirlo come un materiale estremamente leggero, che si produce disidratando un gel: la componente liquida, infatti, viene sostituita quasi totalmente  con un gas rendendo così il prodotto costituito quasi al 99.8% da aria e allo 0.2% da diossido di silicio.

Al tatto ricorda leggermente la gomma piuma, anche se meno morbido, ed è in grado di reggere carichi elevatissimi anche ad elevate temperature, da qui l’utilizzo come isolante termico.

L’ Aerogel è realizzato partendo da una silice colloidale prodotta in modo tradizionale, successivamente sottoposta alla fase di disidratazione a condizioni chimico-fisiche piuttosto estreme. La possibilità di utilizzare fluidi supercritici in questo processo permette di lavorare in modo più affidabile, garantendo al contempo che la struttura del materiale non subisca variazioni fisiche e meccaniche durante la rimozione del liquido.

La serie SFX di Core Separation è progettata proprio per eseguire processi di estrazione con fluidi supercritici. La disidratazione di un aerogel è uno degli esempi in cui è possibile applicare i sistemi Core Separation, strumenti modulari che si adattano alle specifiche esigenze in modo completo. Uno degli aspetti più interessanti di questi sistemi è la possibilità di utilizzare un doppio contenitore di estrazione per ottimizzare i tempi di reazione, permettendo di preparare il secondo reattore mentre il precedente è in uso.

Sono disponibili diverse volumetrie proprio per adattarsi sia alle esigenze dei laboratori di ricerca e sviluppo che degli impianti pilota.