Il materiale di riporto è costituito da una miscela eterogenea di materiale di origine antropica, come residui, scarti di produzione e di consumo, terreno. I riporti sono utilizzati per la realizzazione di riempimenti e devono rispettare le caratteristiche geologiche e stratigrafiche naturali del terreno in un determinato sito.

agitatore a rotazione lauda

La normativa che riguarda i materiali di riporto è il D.L. 2/2012 del 25/1/2012 convertito dalla L. 28/2012 del 24/03/2012, in parte modificato da D.L. 69/13 del 21/06/2013 e convertito da art. 41 della L. 98/13 del 09/08/2013.

La legislazione non fornisce indicazioni precise sui materiali utilizzabili né la quantità massima di materiale di origine antropica, non fornisce un preciso set analitico da ricercare né tanto meno le modalità di campionamento, rendendo a volte difficoltosa la discriminazione tra riporto e rifiuto.

Materiali di riporto e test di cessione

I materiali di riporto devono comunque essere sottoposti a test di cessione, effettuati per escludere rischi di contaminazione delle acque sotterranee e devono rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di bonifica dei siti contaminati. La prova di simulazione di rilascio dei contaminanti è un test molto diffuso su molte tipologie di campioni, dai rifiuti ai materiali di riporto, e prevede che un solido (S) sia a contatto con un lisciviante (L) per un certo tempo, al termine del quale il liquido viene separato dal solido ottenendo un eluato. Questo materiale viene sottoposto a numerose analisi in quanto fornisce indicazioni importanti sul potenziale rilascio di inquinanti.

Diversi metodi analitici identificano le condizioni e le tempistiche di un test di cessione: il DPR 915/1982 da metodica EPA prevede un test in acido acetico 0.5M sia per matrici organiche che inorganiche con un pH di 5, un rapporto L/S di 16 p/p e una durata di 24h più 4; lo stesso DPR permette anche un test in acqua satura di CO2 con pH<4.5, un L/S di 20p/p e una durata di 6h. Il DM Ambiente del 05/02/1998 prevede acqua deionizzata con una durata di 16 giorni e 8 rinnovi. Il DM Ambiente 05/04/2006 n. 186 invece richiede l’applicazione della norma UNI 10802 con metodo UNI EN 12457-2, che prevede un rapporto L/S di 10 l/kg per una durata di 24h. Ad oggi uno dei metodi più utilizzati è proprio quest’ultimo, in quanto più rappresentativo e garanzia di condizioni più realistiche.

Per eseguire il test di cessione la norma prevede l’utilizzo di un miscelatore a rovesciamento o agitatori a rotazione che permettano la rotazione delle bottiglie tra i 5 e i 10 giri/min.

Agitatori a rotazione per i test di cessione

La soluzione ideale per i testi di cessione per materiali di riporti è l’agitatore a rotazione Varioshake VS20OH di LAUDA GFL Technology, dotato di un sistema rotante a quattro livelli con 3 posizioni per bottiglie o beute per ogni livello. È possibile alloggiare contenitori fino a 270 mm di altezza ed è dotato di blocco regolabile in modo da avere un ancoraggio al sistema sicuro anche con bottiglie di volumi differenti. La velocità di rotazione può essere impostata dall’operatore da 1 fino a 20giri/min, condizione più che adeguata al metodo UNI.

Il sistema meccanico degli agitatori LAUDA GFL Technology è robusto e a bassa usura, garantendo un funzionamento estremamente regolare nell’utilizzo quotidiano. Inoltre, grazie al nuovo design LAUDA, gli agitatori si adattano a qualsiasi ambiente di laboratorio potendo garantire un ingombro minimo.