Metodo Kjeldahl
Il metodo Kjeldahl è una tecnica analitica utilizzata per la determinazione dell’azoto totale Kjeldahl (TKN), una misura fondamentale per analizzare la quantità di azoto presente in vari campioni, che si tratti di matrici liquide o solide.
Sviluppato alla fine del XIX secolo dal chimico danese Johan Kjeldahl, questo metodo è stato ampiamente utilizzato e perfezionato nel corso degli anni, diventando uno degli standard più affidabili in numerosi settori industriali e scientifici.
Il metodo Kjeldahl si basa su una serie di fasi chimiche che permettono di determinare la quantità di azoto totale presente in un campione, considerando sia l’azoto organico che quello ammoniacale.
L’analisi è particolarmente utile per separare e quantificare l’azoto derivante da diverse fonti, tra cui:
- Azoto organico: presente in composti organici come proteine e amminoacidi.
- Azoto ammoniacale: in forma di ammoniaca (NH₃) o ammonio (NH₄⁺).
Una delle caratteristiche distintive del metodo Kjeldahl è che non considera l’azoto presente come nitriti o nitrati. Aggiungendo questi composti si ottiene il cosiddetto azoto totale, che rappresenta la somma di tutte le forme di azoto presenti nel campione.
Inoltre questo metodo può essere adattato per determinare anche una serie di composti non tradizionali, tra cui:
- fenoli,
- TVBN (Total Volatile Basic Nitrogen),
- acidi grassi volatili,
- cianuri,
- formaldeide.
Il metodo Kjeldahl trova applicazione in una vasta gamma di settori, tra cui:
- Settore Alimentare: viene utilizzato per determinare il contenuto proteico degli alimenti, poiché le proteine contengono azoto in quantità misurabili. L’analisi consente di valutare la qualità nutrizionale degli alimenti, in particolare in prodotti come carne, pesce, cereali e legumi.
- Settore Ambientale: è impiegato per analizzare suoli, acque reflue e altre matrici ambientali al fine di determinare il contenuto di azoto, un parametro importante per monitorare la qualità dell’acqua e la salute degli ecosistemi. L’azoto totale Kjeldahl (TKN) è una misura utile per studiare l’inquinamento da nutrienti e per il controllo dei processi di depurazione delle acque.
- Settore Plastico e Farmaceutico: Il metodo viene utilizzato anche per determinare l’azoto presente in materie prime e prodotti finiti, come nei polimeri plastici e nei farmaci.
Uno dei principali vantaggi del metodo Kjeldahl è la sua semplicità ed efficacia nel determinare l’azoto totale in un campione, che lo rende ancora oggi uno degli strumenti analitici più utilizzati nei laboratori di tutto il mondo.
Nonostante l’adozione di tecniche più moderne, il metodo Kjeldahl è considerato uno standard ufficiale nelle analisi chimiche e continua a essere utilizzato in modo ampio grazie alla sua affidabilità e precisione.
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