Determinazione dell’anidride solforica in campioni di vetro
Nell’industria del vetro, per verificare la qualità del prodotto viene spesso richiesta la determinazione dell’anidride solforica in quanto ricopre un ruolo importante in molte tipologie di prodotto.
Per eseguire in modo semplice ed affidabile questa determinazione si può utilizzare l’analizzatore elementare Carbonio e Zolfo di Analytik Jena.
Determinazione di Carbonio e Zolfo
Per la determinazione dell’anidride solforica (SO3) su campioni di vetro è necessario l’utilizzo di alcuni additivi, come indicato dalla norma DIN 51085.
L’aggiunta degli additivi è necessaria per poter garantire la corretta e completa combustione; il vetro ha infatti la caratteristica di inglobare i componenti quando vengono fusi, si possono quindi verificare problemi di combustione incompleta con conseguente sottostima della SO3.
Per ovviare a questo problema si utilizza una miscela di stagno e tungsteno (1:1) per avviare la reazione e una copertura di trucioli di ferro per aumentare l’efficienza termica.
L’analizzatore elementare EA4000 di Analytik Jena visto prima permette di determinare sia Carbonio che Zolfo, ma può essere configurato anche solo per la determinazione di uno dei due. Il sistema si basa su una combustione ad elevata temperatura, senza necessità di catalizzatori: il campione viene alloggiato sulla navicella di ceramica e poi introdotto all’interno del forno che può lavorare fino a 1800°C con l’utilizzo di additivi. È possibile equipaggiare il sistema con autocampionatore, in modo da lavorare in completa autonomia.
Per questa applicazione il sistema viene calibrato con vetro a contenuto noto di anidride solforica (0.436%), con lo standard che viene sottoposto allo stesso trattamento dei campioni. La procedura analitica prevede:
- Pesata di circa 1 g di campione
- Aggiunta di 300mg di miscela tungsteno/stagno
- Omogenizzazione della miscela
- Aggiunta di 2 g di trucioli di ferro per la copertura
- Fase analitica nel sistema
In tabella 1 sono riportati i risultati dei campioni analizzati, ripetuti in triplice replica, che mostrano l’affidabilità e la riproducibilità analitica del metodo.