Intervista Andrea Piazzalunga Resp. Settore Ambientale Indam
- Di cosa si occupa INDAM e quali sono i settori di maggiore interesse per voi?
Indam è un laboratorio di analisi ambientali Accreditato 17025: accompagniamo i nostri clienti industriali nella verifica del rispetto delle normative ambientali.
- Nell’ambito dell’identificazione delle sostanze odorigene industriali, quali tipologie di campionamento utilizzate?
Quando parliamo di emissioni odorigene intendiamo la presenza all’interno di un campione gassoso di sostanze volatili che possono essere percepite al naso umano. Allo stato attuale l’unico metodo normato è quello che prevede la determinazione con l’olfattometria dinamica (UNI EN 13725): il campione è prelevato in un sacco di Nalophan e trasportato in laboratorio per essere sottoposto alla rino analisi, la determinazione deve essere effettuate entro 30 ore dal prelievo. In Indam l’olfattometria dinamica può essere associata a un’analisi chimica approfondita, in questi casi il campione viene prelevato in contenitori depressurizzati (Bottle Vac o Canister Entech).
- Qual è il contesto normativo attuale riguardante le emissioni odorigene industriali e quali sono i cambiamenti apportati al quadro normativo vigente con il decreto direttoriale 28 giugno 2023 n. 309 introdotto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE)?
L’unico parametro previsto dalla normativa italiana (D.lgs. 152/06 s.m.i) è l’unità olfattometrica che viene determinata tramite olfattometria dinamica. Questo limite emissivo viene solitamente prescritto per emissioni delle attività industriali a potenziale impatto odorigeno, come ad esempio il trattamento rifiuti, la lavorazione di materiali plastici, lo stoccaggio e la movimentazione di liquami. Il Decreto Direttoriale 309 introduce una importante novità: nell’iter di autorizzazione di una nuova attività produttiva a potenziale impatto olfattivo è previsto che per un periodo transitorio le emissioni odorigene sia sottoposte a indagine approfondita. Durante questo primo periodo si eseguono valutazioni specifiche che contribuiscono alla definizione di quelli che saranno i limiti emissivi prescritti nell’autorizzazione definitiva. In questo periodo transitorio, infatti, il gestore dell’attività è tenuto ad effettuare degli approfondimenti in merito ai propri potenziali impatti olfattivi e valutarli all’interno del contesto urbanistico in cui è insediata l’attività produttiva. Ad esempio, possiamo avere un’attività ad elevato impatto olfattivo ma in un contesto in cui non vi sono ricettori sensibili, è presumibile che per tale attività saranno ammessi limiti emissivi maggiori rispetto ad una attività produttiva le cui emissioni ricadano su ricettori sensibili (scuole, centri urbani, …). Una delle attività svolte da Indam è quella di investigare le origini delle emissioni odorigene, per farlo è necessario conoscere il profilo chimico (finger print) delle sostanze presenti. Il principale limite della determinazione olfattometrica è infatti legato alla non specificità della rino analisi che identifica esclusivamente la presenza di sostanze che possono essere percepite al naso. Mediante l’olfattometria dinamica non siamo in grado di identificare l’origine della molestia. Per poter effettuare un approfondimento sulle cause è necessario eseguire la speciazione chimica secondo il metodo EPA TO15, con il quale determiniamo il contenuto di molecole organiche all’interno di un campione. La conoscenza del profilo chimico dell’emissioni permette, fra le altre cose, di avere informazioni utili alla scelta dei sistemi di trattamento delle emissioni che cambieranno in funzione della natura chimica dei composti presenti.
- Per il campionamento di composti odorigeni di natura inorganica come acido solfidrico o ammoniaca utilizzate gli stessi sistemi di campionamento?
Il problema del campionamento dei composti di origine inorganica è soprattutto legato all’ammoniaca, per questo composto non possiamo eseguire un prelievo con canister. Ad oggi infatti, la determinazione dell’acido solfidrico non risulta problematica in quanto il prelievo viene eseguito sempre mediante sistema depressurizzato Entech, a cambiare è semplicemente la tecnica analitica. Per i composti organici volatili seguiamo l’EPA TO15 che prevede l’analisi in GC-MS, l’acido solfidrico invece viene determinata in GC-TCD, tecnica sicuramente meno sensibile rispetto ad un GC-MS, ma considerando il livello di percezione dell’acido solfidrico, comunque adeguata. L’ammoniaca invece viene prelevata mediante adsorbimento in soluzione acida. Il grande vantaggio dell’utilizzo di sistemi depressurizzati è che il prelievo del campione non necessita di competenze specifiche, può quindi essere affidato al cliente.
La stessa tecnica di campionamento dell’aria con sistemi depressurizzati Entech la stiamo utilizzando anche negli impianti di produzione di Biogas/Biometano. Il biogas in alimentazione ad un sistema di upgrading (separazione del metano dall’anidride carbonica) necessita di una fase di depurazione con rimozione degli inquinanti presenti. All’interno di questi impianti è quindi necessario mantenere sotto controllo le concentrazioni di Composti Organici Volatili (VOC), Acido Solfidrico e Ammoniaca, in differenti punti. I sistemi di campionamento depressurizzati sono utili per prelevare il campione di gas da inviare al laboratorio. In sintesi la stessa tecnica utilizzata per lo studio delle molestie olfattive è efficace anche per l’analisi degli inquinanti presenti nel biogas.
- Come vengono individuate le attività e gli impianti soggetti a potenziale impatto odorigeno e quali sono le tipologie di produzione coinvolte?
Il Decreto Direttoriale citato in precedenza (n. 309 del 2023) individua alcune categorie: ovviamente tutti gli impianti di trattamento dei rifiuti, le lavorazioni a caldo di gomma e plastica, gli impianti di produzione del bitumi, l’industria chimica e dei concimi, allevamenti zootecnici, … Le emissioni odorigene sono probabilmente uno dei temi più complicati in quanto l’odore può essere percepito dalla popolazione senza ausilio di strumentazione. La presenza di odore spesso determina la non accettazione da parte della popolazione di una determinata attività produttiva.
- La scelta di utilizzare delle diverse tecniche di campionamento è determinata dalla praticità o è funzione del tipo di campionamento?
Questa scelta è dettata dai metodi di analisi che si intendono applicare: il metodo normato EN 13725 prevede l’utilizzo dell’olfattometria dinamica. Per poter effettuare la speciazione chimica servono altri tipi di campionamento.
- Qual è l’importanza della caratterizzazione chimica delle emissioni odorigene nel processo di monitoraggio delle emissioni odorigene industriali, come indicato nelle linee guida di giugno e nel D.lgs. 152?
Una delle novità dal decreto direttoriale, come detto in precedenza, è l’introduzione di un periodo iniziale di studio delle emissioni in atmosfera. In questo periodo l’impianto non è soggetto ad un limite emissivo prescrittivo, il gestore dovrà approfittare di questo periodo per approfondire la conoscenza delle proprie emissioni al fine di stabilire un percorso che porti alla riduzione delle stesse e alla minimizzazione degli impatti.
- Ci ha detto che utilizza Canister di Entech per il campionamento delle emissioni odorigene; utilizza anche altri dispositivi Entech, ad esempio Bottle-Vac? Da quanto tempo?
Da oltre 20 anni utilizziamo Canister e Bottle-Vac, inizialmente negli studi di inquinamento atmosferico, successivamente li abbiamo introdotti nei campionamenti di emissioni industriali e da qualche anno sono utilizzati per la caratterizzazione del biogas. Inoltre, è allo studio la possibilità di utilizzarli in igiene industriale. I metodi con campionamento per adsorbimento, previsti per le analisi in ambienti di lavoro, sono spesso molto specifici e necessitano di campionare su numerosi supporti differenti. In una fase preliminare potrebbe quindi risultare più efficace eseguire lo screening direttamente con EP TO15. In questo contesto le Bottle-Vac, grazie alla loro semplicità d’uso, possono rappresentare la soluzione migliore.
- Quali sono le motivazioni tecniche che l’hanno spinta a scegliere Entech e a continuare ad utilizzarla così a lungo?
Un solo supporto, un solo campionamento per tutti i composti organici.
- Un parere puramente personale sulla strumentazione Entech.
E’ strumentazione molto affidabile. La utilizziamo da 20 anni e garantisce una elevata robustezza.
- Come l’utilizzo della strumentazione Entech ha migliorato il processo analitico?
Utilizzandolo da moltissimi anni è difficile dire come ha migliorato il processo, in quanto per noi è una realtà assodata utilizzare Canister. Magari potremmo dire che l’evoluzione delle esigenze ha sempre trovato un corrispettivo nel tipo di supporti e prodotti proposti da Entech, come ad esempio l’integrazione delle Bottle-Vac che ha permesso una maggiore versatilità in alcuni campi specifici rispetto a Canister, che però risultano sicuramente insostituibili in altri contesti applicativi.
- Cosa pensa dei servizi offerti da FKV?
FKV prima di essere un fornitore è un partner tecnologico con cui costruiamo il pattern delle soluzioni che possono essere per noi utili. In questo senso mi sento di identificarla proprio come un partner prima ancora che un fornitore.