Test di stabilità nel settore farmaceutico: linee guida ICH
Nel settore farmaceutico sono previsti molti test che hanno lo scopo di garantire la massima sicurezza per i pazienti. Ovviamente il primo step sono le analisi di laboratorio dove vengono controllati i titoli delle concentrazioni di principi attivi ed eccipienti, ma non meno importanti sono i test sulle materie prime per garantirne uno standard di qualità adeguato all’utilizzo. Oltre però a tutti i test che vengono eseguiti durante la produzione per un corretto QC (Quality Control) un’altra importante fase di controllo del prodotto è quello legato alla stabilità.
Come valutare la stabilità di un farmaco
La stabilità di un farmaco viene valutata sul prodotto già confezionato ed è un aspetto fondamentale per poter garantire la corretta efficacia di un prodotto nel tempo. Le condizioni in cui si svolgono test di stabilità sono numerose e dipendono non solo dal tipo di farmaco ma anche da molti altri fattori. Gli studi di stabilità inoltre non sono utili solo a valutare l’efficacia del farmaco e del suo principio attivo nel tempo ma anche a definire se eventuali alterazioni visive che subisce il prodotto inficiano anche sulla sua qualità.
I test di stabilità possono essere eseguiti sia nelle condizioni di normale stoccaggio e per il tempo definito dalla data di scadenza, ma possono essere anche condotti in condizioni accelerate al fine di studiare il prodotto in condizioni di particolare stress.
Le linee guida ICH sono un valido supporto per poter identificare il tipo di test da eseguire e le condizioni più idonee in funzione dell’obiettivo dello studio di stabilità.
Le linee guida si suddividono in ICH Q1A e ICH Q1B. La prima regola è eseguire le procedure di stabilità in una camera climatica controllando prevalentemente temperatura e umidità. La seconda invece introduce i test di fotostabilità, cioè la resistenza di un prodotto all’esposizione prolungata alla luce indiretta solare. In questo tipo di test oltre ai parametri di temperatura e umidità la camera è dotata di lampade fluorescenti UV e VIS.
Perché le camere di stabilità sono la migliore soluzione
Le camere di stabilità sono la migliore soluzione per effettuare studi di stabilità. La camera di stabilità ricrea le condizioni ambientali ideali di temperatura, umidità e illuminazione richieste dal test.
Le camere di stabilità Binder sono affidabili e garantiscono una uniformità di condizioni climatiche ineguagliabili. Ovviamente la scelta della giusta camera dipende dal tipo di esigenza del laboratorio. Cerchiamo di identificare le varie soluzioni in virtù delle differenti necessità.
Camere conformi a ICH Q1A
La prima cosa da stabilire è se abbiamo la necessità di eseguire test secondo la ICH Q1A.
Se la nostra necessità è quella di essere conformi alle linee guida allora sarà necessario definire se i test da eseguire devono essere a lungo termine e/o in condizioni accelerate. Se la risposta a questa domanda è “no” allora probabilmente dovremo eseguire stress test. Se la nostra esigenza è proprio eseguire stress test allora la soluzione ideale è la camera di stabilità KBF di cui riportiamo le caratteristiche principali nella Tabella 1.
Se invece non dobbiamo eseguire stress test ma nemmeno test a lungo termine o in condizioni accelerate allora con ogni probabilità la necessità è quella di eseguire test su materiali. Se è questa l’esigenza allora la soluzioni migliore è la serie KMF di cui sono riportate le caratteristiche principali sempre in Tabella 1.
Tornando alla prima domanda che chiedeva proprio se la necessità è quella di eseguire test a lungo termine e/o in condizioni accelerate, se la risposta a questa domanda è “si” allora per definire lo strumento adatto è necessario sapere se è richiesto un sistema di controllo dell’acqua automatico. Se è necessario un sistema di controllo automatico dell’acqua allora la soluzione ideale è la serie KBF (caratteristiche principali in Tabella 1).
Se invece non è necessario un sistema automatico ci sono due diversi sistemi che possono essere proposti. Il primo prevede l’utilizzo di un sistema Peltier “green” ed economico con ricarica e smaltimento dell’acqua manuale, questo strumento è la KBF-S ECO. L’altro invece è dotato di un compressore ed è la serie KBF-S. Le caratteristiche di entrambi i sistemi sono riportati sempre in Tabella 1.
Camere conformi a ICH Q1B
Se la nostra necessità non è quella di riferirmi alla ICH Q1A probabilmente allora la necessità è quella di riferirsi alla ICH Q1B.
In questo caso è importante sapere se è necessaria la misura/ documentazione della quantità di luce VIS e UVA. Se si vuole lasciare alla camera la definizione delle tempistiche relative all’assorbimento da parte dei campioni dell’intensità di luce necessaria allora la soluzione più idonea sarà la Camerae di fotostabilità con Light Quantum Control KBF LQC , mentre qualora si decida di impostarlo dal controller manualmente allora una soluzione conforme all’esigenza potrebbe essere la KBF P. Di entrambi questi sistemi riportiamo le caratteristiche principali in Tabella 1.
KBF P
|
KBF LCQ
|
KBS-S |
KBF-S ECO |
KBF |
KMF |
0-70°C * |
0-70°C * |
0-70° * |
0-70°C* |
0-70°C* |
-10-100°C* |
10-70°C**/ 20-80 %R.H. |
5-70°C**/ 10-80 %R.H. |
10-70°C**/ 20-80 %R.H. |
5-70°C**/ 10-80 %R.H. |
10-70°C**)/ 10-80 %R.H. |
10-90°C**/ 10-98 %R.H. |
Sistema automatico di carico e scarico dell’acqua |
Sistema automatico di carico e scarico dell’acqua |
Compressore ad elevata potenza |
Tecnologia Peltier Eco-sostenibile |
Sistema automatico di carico e scarico dell’acqua |
Sistema automatico di carico e scarico dell’acqua |
Compressore ad elevata potenza |
Compressore ad elevata potenza |
Sistema manuale di carico e scarico dell’acqua |
Sistema manuale di carico e scarico dell’acqua |
Compressore ad elevata potenza |
Compressore ad elevata potenza |
Volumi disponibili (l): 240, 720 |
Volumi disponibili (l): 240, 720 |
Volumi disponibili (l): 115, 240, 720, 1020 |
Volumi disponibili (l): 240, 720, 1020 |
Volumi disponibili (l): 115, 240, 720, 1020 |
Volumi disponibili (l): 115, 240, 720 |
** con umidità attiva